Ceramiche Noi, i dipendenti rinunciano al bonus per pagare le bollette del metano della cooperativa in cui lavorano.
Il caso della coop di Città di Castello fa il giro d’Italia, tanto che ne ha scritto l’Ansa così come il Corriere della Sera.
“Ai sacrifici i lavoratori di «Ceramiche Noi» di Città di Castello (Perugia) sono abituati. Due anni fa avevano rinunciato al Tfr per comparsi la fabbrica che stava delocalizzando all’estero; oggi hanno fatto il bis.
Stavolta contro il rincaro del gas e hanno rinunciato al bonus dipendenti per pagare il metano, indispensabile per la produzione, il cui prezzo è aumentato del 700%.
L’azienda, acquisita dai lavoratori e diventata cooperativa, (ne fanno arte 11 degli attuali 22 dipendenti) produce ceramiche di alta qualità e recentemente ha creato una linea di piatti inspirati a Raffaello e Alberto Burri.
Molti lavoratori hanno dimostrando l’attaccamento al loro lavoro facendosi tatuare il marchio della nuova fabbrica sul braccio come simbolo della loro rinascita.
Due anni fa la loro azienda stava per scomparire. La proprietà di Ceramisia, fabbrica di Città di Castello, aveva convocato operai e impiegati e aveva annunciato la decisione di delocalizzare in Armenia.
Praticamente un licenziamento, avevano protestato i dipendenti. Poi l’idea di compare la fabbrica con il Tfr e trasformarla in una cooperativa.
Con un successo straordinario e con il fatturato triplicato in meno di un anno. Adesso però il rincaro del gas stava creando gravi problemi”, ha scritto Marco Gasperetti, autore dell’articolo sul quotidiano di via Solferino.
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