Aeroporto dell’Umbria, siamo finalmente ad una svolta: il 2022 può essere l’anno del decollo definitivo. Per una serie di ragioni, ecco quali.
Le rotte
Senza destinazioni accattivanti e sensate in incoming, non ci sarebbe traffico di passeggeri. Finalmente l’aeroporto dell’Umbria può contare su 16 rotte, eterogenee e sinergiche tra loro.
La Sardegna (Cagliari), meta di vacanze per giovani e meno giovani. Barcellona, turistica e vivace, forse la città più famosa della Spagna in Italia e nel mondo (non me ne voglia Madrid). Il sud Italia, dalla Sicilia (Catania e Trapani) alla Calabria (Lamezia Terme) e alla Puglia (Brindisi), da cui provengono tanti studenti alle due università del capoluogo e che presentano dei limiti nei collegamenti ferroviari o stradali.
E poi Malta, anch’essa meta vacanziera durante tutto l’anno e anche le più “discusse” Tirana e Bucarest, che pure offrono alle numerose comunità albanesi e rumene residenti in Umbria dei collegamenti veloci e diretti.
E poi l’Europa centrale e settentrionale: Rotterdam e Bruxelles collegano l’Umbria al parlamento europeo e alle città del nord della Francia e dei Paesi del Benelux, e le due tratte su Londra (Stansted e Heathrow) sono una porta con la Gran Bretagna ma, soprattutto, un accesso diretto all’Umbria per gli inglesi, che l’hanno sempre apprezzata. Senza dimenticare Vienna, con il suo fascino senza tempo, ora alla prova dei numeri.
I numeri del 2022
Con 37.356 passeggeri transitati, maggio ha fatto registrare il nuovo record storico dell’aeroporto San Francesco d’Assisi, con una crescita del +74% rispetto al 2019, del +31% rispetto a maggio 2015 (precedente record storico del mese di maggio, quando i passeggeri transitati furono 28.554) e registrando incrementi percentuali a tre cifre rispetto al 2020 ed al 2021, legati però all’emergenza Covid.
Nel periodo gennaio-maggio 2022 sono stati 94.839 i passeggeri totali transitati all’aeroporto internazionale dell’Umbria, dato che rappresenta il migliore parziale mai registrato dallo scalo nei primi cinque mesi dell’anno. La crescita rispetto al 2019, anno pre-Covid, è del +23%.
Con tutta evidenza, con rotte utili e ben studiate, si riescono a intercettare i flussi di passeggeri.
Le previsioni
Con questo trend, il 2022 potrebbe registrare un numero di passeggeri prossimo o anche superiore alle 250 mila unità, soglia che confermerebbe la dimensione nazionale dello scalo di Perugia-Assisi.
Un dato che, se raggiunto, e mai così alla portata, vista anche la fine delle limitazioni del Covid e – speriamo – il ridimensionamento definitivo della pandemia e la riduzione del costo dei carburanti, farebbe decollare una volta per tutte lo scalo umbro.
Raggiungere stabilmente questa quota di passeggeri sarebbe il suggello all’azione in corso anche sulle grandi infrastrutture terrestri e ferroviarie: dal risanamento profondo in corso sulla E45, avviato dal 2016 da Anas, al completamento della E78, della Tre Valli, della Terni-Rieti e, guardando alle rotaie, agli investimenti previsti per la tratta Orte-Falconara e non solo.
Un’azione sinergica e finalmente concertata a tutti i livelli istituzionali, abbozzata sin dal 2013 con il governo Letta e Maurizio Lupi al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (con l’umbro Rocco Girlanda sottosegretario, in un momento in cui si rischiava il declassamento a “scalo di interesse regionale”), ma che si sta ora concretizzando anche grazie alla spinta importante del Pnrr e alla svolta decisionista e convinta promossa dalla giunta regionale di Donatella Tesei, che ha dato corpo a questa azione con importanti iniezioni di denaro e una nuova visione delle infrastrutture umbre e del modo di comunicare e promuovere l’Umbria in Italia e nel mondo.
Per l’aeroporto, ora è davvero il caso di dirlo, il momento è arrivato: il motore è acceso e il decollo, questa volta, sembra davvero possibile.