GC2CONTEMPORARY di Lorenzo Barbaresi è lieta di presentare “Moses”, installazione dell’artista Christopher Domiziani.
Direttamente dal Battistero del Duomo di Pietrasanta, dopo il successo ottenuto grazie all’esposizione a cura di Enrico Mattei; l’opera dell’artista umbro é in pietra lavica ceramizzata.
In esplicita polemica col pensiero moderno e l’evoluzionismo, sostiene il ritorno ad una concezione teleologica della natura e della vita (la phýsis aristotelica) e dunque pensa la natura in analogia con la vita umana in quanto totalità orientata.
Di qui la critica al neo-umanismo e all’immagine della natura oggi veicolata dalle arti visive.
La sua opera é una aperta critica all’approccio dominativo della tecno-scienza e dell’idea di un auto-trascendimento di questa nell’arte. Proprio la questione del rapporto tra natura e arte, insieme all’idea di filosofia come pensiero rammemorante, “comprensivo” e salvifico, rappresentano i temi attorno ai quali l’opera di Domiziani si intreccia più strettamente.
Così come il monolite nero di Kubrick simbolo del progresso, ma rivelazione epifanica, esso riesce infatti a tramutare le scimmie in uomini, ma uomini violenti uomini con conoscenza ma senza sapienza.
Interpretazione e significato dell’opera
L’apparizione del monolite é Moses, aggiunge Domiziani.
Il parallelepipedo non smette di affascinare e viene spaccato casualmente e ritualmente, e Domiziani allora diventa acqua lui stesso, diventa sciamano e comunica con le entità superiori e così come fa l’acqua che forma i canyon, così come fece Mosè aprendo le acque, così fa lui caricando la sua opera di senso e significato dandogli un nome ed un colore.
La colorazione interna rimanda al simbolismo dell’ acqua e quindi alla purificazione
. Inoltre la forma perfetta dell’opera dialoga con lo “spacco” casuale, e rimanda alla comprensione della dualità, ordine e caos, bene e male, supero e infero.
Il rapporto tra gli elementi, simboli sia alchemici sia della struttura della personalità sono alla base della creazione del mondo per molte filosofie e religioni.
I 4 elementi e il processo di lavorazione dell’ opera ci svelano che Domiziani é un alchimista dei nostri tempi.
Elementi, dualità, spiritualità, lotta tra entropia e ordo, simboli di trasformazione, sono i contenuti del messaggio in bottiglia di Domiziani.
Perché simboli e riti li stiamo perdendo, allora Moses ci chiama in Chiesa, ci ricorda che senza riti di trasformazione l’uomo rimane “bambino” ed in preda al mondo infero, incapace di avvicinarsi a Dio.
Allora la spaccatura non é ferita, ma apertura alla vita a nuove possibilità, al superamento delle difficoltà, alla crescita spirituale.
Mosè é il maestro, tanto per gli ebrei quanto per i Cristiani egli fu la guida del popolo secondo il racconto biblico dell’Esodo; per i musulmani, invece, Mosè fu innanzitutto uno dei profeti dell’Islam.
Dare un nome, significa farlo esistere, (in principio fu il logos) allora Christopher battezza la sua opera Moses, guida delle maggiori tradizioni religiose dell’ Occidente, colui che attraversa le acque dell’ inconscio, atto magico il suo, e monito verso l’odio religioso.
La saggezza può farci superare ogni ostacolo, sia esso tecnico (vedi le difficoltà di realizzazione dell’ opera) sia spirituale (vedi il passaggio al mar rosso).
Domiziani inoltre pone la sua opera nel Duomo di Terni e dialoga quindi con la tela del Noli me tangere, di Guido Reni, e naturalmente con San Valentino.
Allora cos’altro ci dice? Che solo l’amore ci salverà dal dolore, solo l’amore ci eleverà, ma a patto che sappiamo integrare la sapienza divina nel nostro cuore.