Lo chef Paolo Trippini è il patron del Ristorante Trippini di Civitella del Lago (Tr), una zona dell’Umbria a confine tra Lazio e Toscana, ricca di biodiversità e contaminata dal passaggio di più popoli e culture enogastronomiche nel corso della storia.
Da sempre il ristorate dello chef Trippini si fa portavoce del suo territorio, divenendo nel corso degli anni un vero punto d’incontro e di promozione delle filiere locali e dei suoi produttori.
Cacciagione, selvaggina, carni da cortile o provenienti da animali bradi, ma anche pasta e pane fatti a mano, tartufi, funghi, legumi e ortaggi locali, sono sempre presenti nel menù.
Una cucina concreta, ben definita, che non lascia dubbi sul luogo in cui ci si trova e sul racconto di Umbria che lo chef Trippini mette in scena piatto dopo piatto.
Una filosofia di ristorazione con un identità territoriale ben salda, che parla di prodotti, di capitale umano e di ambiente e che si fa promotrice di progetti legati non solo alla cucina, ma anche alla sostenibilità intesa come salvaguardia del piccolo borgo di Civitella del Lago e della sua comunità.
Insieme al fratello Luca, sommelier del ristorante e vero talent scout di piccole cantine locali, lo chef Trippini ha infatti dato vita alla Cooperativa di Comunità “De’Pazzi “, che ha come scopo principale quello della riqualificazione agricola e della comunità, rilevando oliveti e campi agricoli dismessi per recuperarli e rimetterli in produzione.
Da qui arrivano olio e ortaggi utilizzati dallo chef per i suoi piatti e coltivati dagli abitanti del borgo. Un senso di appartenenza al territorio vero e genuino che si traduce in un menù degustazione dedicato alla sua terra.
La cucina di Trippini e la filosofia del suo ristorante
“Mi piace pensare che la mia è una cucina di valori, di rispetto e di amore per chi viene a conoscermi attraverso i miei piatti, con un’attenzione estrema non solo all’aspetto culinario, ma anche a quello esperienziale. Sono solamente cinque i tavoli presenti al ristorante, una scelta non facile, ma che consente agli ospiti di vivere a pieno della splendida vista su tre regioni, raccontando ciò che si vede dalla suggestiva finestra panoramica che affaccia su tre regioni: Umbria, Toscana, Lazio. Un paesaggio ricco e diverso, che spazia dal lago alle montagne e che reinterpreto nei miei piatti, stagione dopo stagione, ispirandomi a ciò che vedo, osservando la natura e i suoi colori e seguendone il corso”, spiega Trippini.
Il piatto “Bosco umbro”
Da qui uno dei piatti identitari dello chef Trippini, “Bosco Umbro”, presente tutto l’anno in 4 versioni differenti, a seconda della stagione e che regala ogni volta un’esperienza immersiva nei boschi dell’Umbria, attraverso colori, profumi, sapori e consistenze diverse.
Vini e birre scelti dal sommelier Luca Trippini
La scelta di raccontare l’Umbria è stata fatta a 360 gradi anche nella realizzazione della carta dei vini e delle birre.
Una selezione di piccole cantine e microbirrifici del territorio, fatta personalmente da Luca Trippini che accanto ai nomi e alle etichette più caratterizzanti dell’Umbria, ha scelto di inserire vere e proprie particolarità, sia per la tecnica di vinificazione che per la scelta dei blend e dei mono vitigni autoctoni.
Ad aprire il pasto spesso una birra locale, proveniente da uno dei microbirrifici più piccoli d’Italia, che Luca e Paolo Trippini riescono a legare con giochi di equilibrio tra i sapori, ai piatti della cucina.
Articolo realizzato grazie alla collaborazione di Legàmi Communication di Chiara Comparozzi
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