Durante le invasioni barbariche, il territorio che è oggi Borgo Lizori, allora spopolato, divenne meta di alcuni monaci ed eremiti siriani.
Questi eremiti siriani fondarono intorno al Colle Revalioso, uno dei loro insediamenti di cui sopravvive oggi soltanto l’eremo di Sant’Antonio Abate.
Anche i Longobardi sono stati a lungo in queste terre, quando Teodolapio divenne Duca di Spoleto nel 602.
E quel mezzo secolo di governo ebbe lunghi periodi stranamente pacifici per un Duca longobardo.
Dopo l’anno Mille
Intorno al X secolo i Benedettini fondarono un loro insediamento, costruendo una chiesa e dedicandola a San Benedetto.
Iniziarono a sorgere le prime case e si andava formando l’insediamento medievale che darà poi origine a quello attuale.
Il castello vero e proprio come lo vediamo attualmente, con la torre di vedetta e un piccolo nucleo per la difesa degli abitanti del luogo sorse però nel XI secolo, fondato forse da Francesco Sancio, un nobile francese disceso nel 1026 in Italia al seguito dell’imperatore Corrado II di Franconia detto il Salico.
Francesco Sancio diede origine alla famiglia dei baroni Sansi di Spoleto, che fu feudataria del luogo per diversi decenni.
Nel 1155 quando l’imperatore Federico Barbarossa cinse d’assedio Spoleto si accampò probabilmente qui.
Si racconta inoltre che San Francesco di ritorno dalla capitale abbia così commentato l’affaccio del castello “Nihil jucundus vidi Valle mea Spoletana”: non ho mai visto nulla di più bello della mia valle spoletana.
Nel 1416 la famiglia dei Trinci di Foligno venne in possesso del castello e all’interno delle mura castellane vi fece costruire un palazzo che conserva ancora il nome di Palazzo Trinci o anche conosciuto come Palazzo Ducale.
Fino al 1817 il Castello fu autonomo, tanto è vero che a tutt’oggi nel tessuto urbanistico del borgo si può ancora individuare il Palazzo Comunale.
Caratteristica particolare di questo insediamento sono i numerosi forni esterni che si trovano in quasi tutte le abitazioni e la cosa è alquanto insolita perché generalmente i vari castelli avevano il forno in comune, che veniva appaltato e gestito secondo le norme statutarie.
Durante l’ultima guerra mondiale il castello fu utilizzato come campo di concentramento.
Oggi possiamo ammirare ancora le mura perimetrali con forma triangolare. Nella parte più alta del pendio si trova la torre di vertice, più in basso una torre pentagonale, trasformata poi in campanile della chiesa di San Benedetto.
Le case sono disposte a terrazzamento, per ovviare alla pendenza del terreno.
Ancora oggi il Borgo mantiene l’aspetto medievale.
Nella Chiesa di San Benedetto, vi segnalo gli affreschi cinquecenteschi nell’abside raffiguranti l’Assunzione della Vergine, firmati dai fratelli Angelucci di Mevale (altro posto meraviglioso da visitare) e il palazzo comunale.
Il Borgo ha conosciuto la sua rinascita a partire dalla seconda metà degli anni ’70 per iniziativa di un gruppo di architetti, ingegneri, imprenditori, artigiani, professionisti coordinati da Antonio Meneghetti.
Inoltre c’è anche un ristoro medievale Gallo d’Oro e una country house “Borgo Lizori” (borgolizori.com ) che consente di soggiornarvi per chi lo desidera.
Il nome Lizori è formato da Lì, che significa dove, Zo dal greco vivere e Ri sempre dal greca antico vedere.
Possiamo tradurre con: “luogo per la contemplazione della vita”.
Racchiude in sé la storia la bellezza e le vicissitudini storiche che hanno determinato chi siamo noi umbri. Imperdibile, andate, pregate, passeggiate, meditate a Borgo Lizori.
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