La dieta giapponese può essere un’alternativa alla dieta mediterranea in termini di benefici alla salute. Tra i principali effetti positivi, una più alta aspettativa di vita (79 anni per la mediterranea e 85 per la giapponese) e la riduzione di malattie cardiovascolari, diabete e cancro.
“È ormai assodato che esista un rapporto bidirezionale tra i nostri geni e i nutrienti che assumiamo con la dieta”, ha sottolineato Marco Silano, responsabile dell’Unità operativa Alimentazione, nutrizione e salute dell’Istituto Superiore di Sanità, “il patrimonio genetico determina la risposta di ciascun individuo ai nutrienti. Parallelamente, gli stessi nutrienti modificano l’espressione dei geni, silenziandone alcuni e attivandone altri”.
A dirlo è uno studio pubblicato dai ricercatori del Children’s Hospital Medical Center di Cincinnati sulla rivista scientifica Biology and Reproduction. I benefici di questo regime alimentare sulla prevenzione del cancro della prostata sono dati dalla produzione di una molecola chiamata Equol che viene prodotta dall’intestino quando digerisce la soia e che sarebbe in grado di bloccare l’azione di un ormone maschile, il Dht, che è collegato all’ipertrofia prostatica e al tumore. Secondo alcuni studiosi del dipartimento di Epidemiologia della Columbia University, inoltre, la “dieta del Sol Levante”, povera di grassi, anche dopo l’accertamento del tumore, può influire sul decorso del tumore prostatico.
Insomma vale la pena investire sulla prevenzione che è l’arma che abbiamo contro i tumori. Una dieta povera di grassi ma ricca di nutrienti permette non solo di evitare l’insorgenza di tumori, ma anche di aumentare la rispondenza alle terapie ed evitare recidive.