Sono passati più di 200 anni dalla prima pubblicazione dedicata all’ortodonzia, ‘The natural history of the human teeth describing che proper mode of treatment to prevent irregularities of the teeth’, a cura di Joseph Fox. Ma da allora non è ancora mai arrivata una base scientifica solida che sostenga le indicazioni non estetiche. L”American Journal of Orthodontics‘ scrive anch’esso che le malocclusioni non sono malattie, ma variazioni rispetto a una norma ideale. Qualcuno chiede addirittura di cancellarne il vocabolo dal lessico medico.
In Germania, i trattamenti ortodontici sono rimborsati dalle assicurazioni sanitarie obbligatorie. Ma la questione ora ha superato gli scritti puramente accademici per finire sui giornali (come il Frankfurter Allgemeine Zeitung); quest’ultimo ha criticato le ultime affermazioni del Bundesrechnungsgof, organo con funzioni di controllo di spesa. Questo organo si era chiesto se esistesse una motivazione perché l’ortodonzia rientrasse tra le prestazioni assicurate come è previsto per altre prestazioni e aveva criticato il ministero della Salute per non aver neanche guardato e valutato richieste arrivate già precedentemente dal Deutsche Institut für Medizinische Dokumentation und Information. Ma perché questo dibattito ha assunto tutta questa importanza? E’ tutta una questione di soldi. La spesa annuale per le assicurazioni è infatti pari a 1,1miliardi di euro.
A stretto giro di posta è arrivata la risposta della Dgkfo, società tedesca di ortodonzia. Con argomenti che anche molti clinici hanno definito deboli. Nel 2008, tra l’altro, la stessa società ammetteva a denti stretti che “la questione delle indicazioni dell’ortodonzia è tuttora aperta”.
Insomma, l’allineamento dentale porta indubbiamente benefici al mantenimento dell’igiene orale e alla salute parodontale. Si arriva più facilmente con lo spazzolino a pulire tutta la bocca, placca e tartaro si accumulano di meno, non c’è il rischio o è basso di trauma masticatorio. Quindi, l’ortodonzia è utile per ridurre il rischio di carie. Cyril Sadowski, però, nel 1981, scriveva: “Per quanto riguarda il paradonto, al trattamento ortodonticonon si possono attribuire benefici significativi e neanche effetti negativi”. Passati oltre 20 anni, l’Università di Washington ha confermato che mancano fondamenti scientifici validi sull’argomento. Anzi, ci sarebbero effetti leggermente negativi (-0,03 mm di altezza delle gengive, -0,13 mm di osso alveolare, +0,23 mm di profondità di tasca).
I dubbi sui benefici dell’ortodonzia
Bisogna dunque mettere da parte anche la correlazione tra il regolare allineamento dei denti e la perfetta igiene orale. Anzi, ci sarebbero dei sanguinamenti gengivali in più (20 su 96 soggetti trattati con l’ortodonzia e 18 su 96 non trattati). Anche l’avere meno carie pare essere un assunto che viene meno. Hafez e i suoi colleghi, avendo trovato solo otto articoli di buon livello sui 6.914 esaminati, affermano: “Quattro articoli non riportano associazioni tra carie e affollamento, due una correlazione negativa, una riporta una correlazione diretta e significativa, un altro una correlazione positiva nella regione mandibolare anteriore, ma negative nella regione mascellare posteriore”.
Bisogna abituarsi bensì al fatto che oggi non ci sia un metodo scientificamente valido che classifichi la gravità di una malocclusione. Mancani i nessi causali tra segni di malocclusione e problemi di salute orale. Il trattamento ortodontico non migliora neanche la masticazione, a parte alcuni interventi chirurgici. La scienza riesce a sostenere solo un beneficio dell’ortodonzia: il benessere psichico. Gli autori parlano di “Moderato aumento del benessere emozionale e sociale”. Poca cosa.
Finora abbiamo parlato dei presunti benefici, ma c’è anche chi ha posto in evidenza i danni causati dall’ortodonzia, arrivando a calcolare 500 milioni di dollari solo negli Stati Uniti. Parliamo di decalcificazioni che lasciano cicatrici nel 15% dei pazienti, costretti poi a un intervento di restauro. Un dibattito molto interessante, dunque. Che pare bocciare l’ortodonzia. Ma sul sito dell’American Association of Orthodontists si legge che “A good bite makes it easier for you to bite, chew and speak”. Che sia perché un trattamento ortodondico, oltre oceano, costa da 4,685 a 7.135 dollari? E perché, nel 2010, i pazienti in cura erano cinque milioni circa?
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