Approfondimento sulle orchidee spontanee di Colfiorito (a cura di Federico Famiani)
Trattare un argomento come la botanica, e in particolare le orchidee spontanee degli altopiani di Colfiorito, non è impresa facile, ma del resto è un mondo tanto affascinante e suggestivo che lascia di stucco tutte le persone che vi si avvicinano.
Infatti le orchidee costituiscono una famiglia botanica molto caratterizzata e ricchissima di specie che vivono in quasi tutto il pianeta e in quasi tutti gli ambienti. La percezione più diffusa associa a questo termine fiori, vistosi di forme singolari e che quei giorni d’onore nelle vetrine dei fioristi o alle riprodotte da appassionati collezionisti.
Quelle Orchidee sono nella maggior parte ibridi artificiali e comunque derivano da forme che non vivono nei nostri territori, ma provengono dalle zone tropicali ed equatoriali.
Sono piante epifite, che cioè spessa appoggiate agli alberi della foresta pluviale, anche a grande altezza e del tutto svincolate dal suolo.
Le Orchidee nostrane si presentano invece in modo molto diverso; affondano le proprie radici nel terreno, con fiori di dimensioni non particolarmente grandi e occorre molta attenzione per poterle individuare. Ma anche le nostre Orchidee sono molto belle. Nei più decenni di queste piante hanno attirato l’attenzione non solo degli studiosi, ma di un pubblico più ampio.
Le orchidee e il loro ambiente naturale
La scoperta delle orchidee nel loro ambiente diviene per il naturalista un momento di emozione, accentuato dalla possibilità di imbattersi in ibridi tra specie, in forme anomale, i cosiddetti “lusus”, o variazioni cromatiche intraspecifiche che vanno dall’apocromia all’ipercromatismo.
E poi frequenti notare la piccola vita animale che gravita attorno ad esse: bruchi intenti a cibarsi di fiori o foglie, insetti che esplorano le piante o altri invertebrati, in particolare aracnidi, che tessono le loro tele e stazionano nelle parti sommitali per predare gli insetti che si avvicinano. Ciò che però costituisce motivo di particolare interesse nei confronti di questa famiglia botanica riguarda le notevoli strategie riproduttive per la riproduzione della specie.
Fattore determinante per la distribuzione delle diverse specie è Il clima. Al particolare è possibile distinguere tre piani climatici: il macroclima, il mesoclima e il microclima. La tipologia climatica che si manifesta su vasta scala, concordata con fattori geografici e fisici, è definita macroclima.
Un esempio è il clima regionale mediterraneo. Il mesoclima o topoclima o dlima locale è quella espressione del macroclima che si differenzia in conseguenza di fattori morfologici locali quali una vallata, l’esposizione dei versanti, la presenza di bacini marini o lacustri. Su macro e mesoclima incidono più gradienti quali la latitudine, la longitudine e l’altitudine. Il microclima trova espressione all’interno di ambienti circoscritti quali vallecole, il sottobosco, pareti rocciose, cavità carsiche, risorgenti, forre.
Temperatura e precipitazioni sono i parametri prioritari per mezzo dei quali il clima viene classificato. In termini complessivi l’Italia rientra nel Domino Temperato Umido, frazionato e in una Mediterranea. Il territorio del nostro interesse è parte della Divisione Temperata. Sul piano macroclimatico il territorio provinciale viene inserito nella regione padano veneta, alto adriatica e peninsulare interna, caratterizzato da un clima temperato subcontinentale.
L’incredibile fiore delle orchidee è formato da sei tepali (nelle piante in cui non esiste la distinzione tra calice e corolla gli elementi che costituiscono il fiore sono detti tepali). Secondo alcuni studiosi in realtà si tratta di tre petali e tre sepali (foglie modificate). Il petalo basale unito a uno stame forma il labello e assume un aspetto tipico a seconda dei generi.
Le orchidee spontanee di Colfiorito e le tipicità degli altopiani plestini
In tutto il territorio degli altopiani plestini ho incontrato 36 specie diverse di orchidee compresi diversi ibridi e sottospecie.
Fra le diverse specie di Orchidee presenti sugli altopiani Anacamptis laxiflora merita di essere trattata a parte per la sua rarità e poca diffusione nel territorio regionale dell’Umbria. A. laxiflora è una Tipica orchidea degli ambienti umidi, questa specie ha piante alte da 20 a 80 cm, con infiorescenza abbastanza lassa.
Ha sepali purpureo-violacei di forma oblunga: i laterali sono riflessi e il mediano è rivolto in avanti. I petali sono più brevi e stretti dei sepali, arcuati in avanti. Il labello è lobato ma la lobatura è appena accennata: i lobi laterali sono ripiegati verso il basso, di colore che sfuma dal bianco al centro al porpora-violaceo verso l’esterno. Lo sperone è ascendente, talora appena arcuato, più corto di circa un terzo della misura dell’ovario, ottuso o leggermente bifido alla sommità. Il ginostemio è corto con masse polliniche verdastre.
Una peculiarità eccezionale
Questa particolarità consente agli insetti impollinatori di identificare l’orchidea. Infatti l’orchidea è la specie zoogama per eccellenza vale a dire dipende esclusivamente dagli insetti (o da altri animali) per l’impollinazione e questa caratteristica trova la massima espressione in questa grande famiglia. Quando il fiore è in bocciolo il labello si trova posteriormente mano mano che fiorisce, ruota di 180° in modo che il labello alla fine risulti davanti. Questo processo è noto con il nome di resupinazione ed è tipico di quasi tutte le orchidee.
Un’unica eccezione è rappresentata dal genere Malaxis che subisce una rotazione di 360° per cui alla fine il labello si ritrova nella posizione iniziale. Al contrario di tutte le altre specie vegetali nell’orchidea, gli stami e i pistilli anzichè essere separati sono uniti insieme in un’unica struttura detta colonna (o gimnostemio), alla cui sommità si trova l’antera che contiene due organi di forma ovale/rotondeggiante, che contengono il polline riunito in masserelle dette pollinodi.
Le escursioni e le ricerche sugli altopiani plestini continuano e sicuramente sarà possibile aggiungere sempre più specie a quelle già incontrate. L’elenco delle specie è quindi in continuo aggiornamento.
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