Per tutti gli amanti di sport, per quelli che almeno una volta nella vita hanno tenuto in mano una racchetta o si sono appassionati in una sfida qualsiasi, anche in un campetto di periferia, giovedì 15 settembre è stata una giornata un po’ triste.
Il giorno del ritiro di Roger Federer dal Tennis professionistico.
Era un momento che tutti aspettavano e che di fatto si era già compiuto da un po’ di tempo, dati i continui problemi e ricadute fisiche.
Ma questo non può cancellare il dolore di sapere, oggi con certezza, che non potremo più ammirarne le gesta in campo.
I numeri sono tutti dalla sua parte, con decine di successi nel singolare maschile, suddivisi in 6 ATP Finals, 28 Masters 1000, 24 ATP 500, 25 ATP 250, 1 Coppa Davis con la nazionale elvetica, 3 Laver Cup ma soprattutto 20 trofei del Grande Slam, ovvero dei 4 tornei più importanti al mondo.
In questi ultimi non può non saltare all’occhio quello che è probabilmente il suo record più bello e importante, ovvero gli otto trofei di Wimbledon vinti.
Record incredibile, che come ogni record sarà destinato ad essere superato, ma che ci dà la reale dimensione sportiva di questo campione.
Ma è altrettanto vero che Roger Federer è stato ben altro!
Un campione anche fuori dal campo
Con la sua umanità, le sue doti tecniche uniche, la classe e l’eleganza in ogni gesto sul campo, l’etica e la sportività dimostrata in tutta la sua carriera, le battaglie infinite ed epiche con il suo alter ego perfetto, Rafael Nadal, e con il terzo fenomeno di questa era sportiva, Novak Djokovic, ci ha permesso in questi ultimi 24 anni di godere e ammirare uno spettacolo unico e forse irripetibile.
Lui che, come pochi altri eletti di altri sport, ha saputo trascendere i confini del suo mondo e raccogliere stima e affetto anche da chi al tennis non si è mai interessato, divenendo di fatto un’icona del nostro tempo.
Mancherà Federer a tutti noi e a tutti coloro che oggi, per un motivo o per l’altro, vorrebbero dirgli:
Grazie Roger!
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