Case in Umbria, continua la crescita del mercato immobiliare, residenziale e non, così come però anche i timori legati agli aumenti dei mutui.
L’incertezza economica determinata dagli effetti della guerra in Ucraina, con il rallentamento della crescita e l’accentuazione dell’inflazione a sopra l’8%, in abbinata a tassi di interesse che restano ancora contenuti, continuano a spingere il mercato immobiliare.
In termini di numero di compravendite di immobili residenziali (fonte Agenzia delle Entrate) nel primo trimestre 2022 si è registrato +12% rispetto allo stesso trimestre 2021, mentre il non residenziale ha messo a segno +12,8%.
Dati che confermano come il ‘mattone’, soprattutto in momenti di alta inflazione e di incertezza, continui a rappresentare per gli italiani un solido ‘bene rifugio’.
Anche se qualche timore di stangata sui tassi di interesse comincia a serpeggiare e a tirare la crescita è il boom dell’erogazione dei mutui agli under 35, sostenuti dagli incentivi dello Stato.
Il report della Borsa immobiliare dell’Umbria
Il quadro lo fornisce il report della Borsa immobiliare dell’Umbria, curato da Francesco Marco Maiotti, membro del Comitato per il listino della Borsa immobiliare.
Il quadro dei dati dell’Agenzia delle entrate – è detto in un comunicato della Camera di commercio dell’Umbria – mostra, a livello di circoscrizioni territoriali, gli aumenti più elevati nel mezzogiorno (sud continentale +13,8%, isole +13,8%); seguono il centro (+13,4%) e il nord-ovest (+13,1%), mentre il nord-est è fanalino di coda con +6,5%.
Il centro Italia mostra un incremento delle transazioni degli immobili residenziali del 9,8% nei capoluoghi e del 15,2% nei non capoluoghi mentre, per quanto concerne l’Umbria, in attesa della diffusione degli specifici dati regionali secondo le prime indicazioni dovrebbe muoversi sostanzialmente in linea con l’andamento dell’area.
Case in Umbria: l’analisi dell’esperto
“Tuttavia – osserva Maiotti – pur in un quadro di crescita delle transazioni immobiliari, qualche timore che la crescita dei tassi di interesse sui mutui si trasformi in una stangata inizia a trapelare.
Come noto, la Banca centrale europea ha detto stop all’era del danaro gratis o quasi, annunciando un primo rialzo dei tassi di riferimento dello 0,25% a luglio ed un secondo della medesima entità a settembre. Il timore, al di là di questo annuncio è che la corsa dell’inflazione possa portare a ulteriori e più consistenti rialzi dei tassi di riferimento della Bce.
Un segnale di questi timori potrebbe essere rappresentato dal fatto che, pur essendo le 181.767 le compravendite di immobili residenziali registrate in Italia nel primo trimestre 2022 nettamente superiori alle 162mila 258 del lo stesso trimestre 2021, sono tuttavia inferiori alle 212mila 500 del trimestre precedente, il quarto del 2021, come sono inferiori anche alle 201mila 492 compravendite del secondo trimestre 2022.
Andamento simile, e anzi ancora più pronunciato, per quanto riguarda le compravendite non residenziali”. In questo contesto, Maiotti evidenzia che “il rapporto mensile di Bankitalia è comunque positivo: a maggio 2022 l’aumento è stato del +3,9% per i prestiti alle famiglie, ancora in crescita rispetto al 2021”. Quanto ai prezzi degli immobili, il componente del Comitato per il listino della Borsa immobiliare dell’Umbria rileva che “sono stabili”, mentre a livello di erogazioni “dal Barometro mutui di Crif emerge il boom dei mutui erogati ai giovani under 35, che sostengono da soli quasi l’intero comparto, salendo al 35,4% del totale grazie agli incentivi fiscali da parte dello Stato”.
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